Nuova Riveduta:

Romani 8:3

Infatti, ciò che era impossibile alla legge, perché la carne la rendeva impotente, Dio lo ha fatto; mandando il proprio Figlio in carne simile a carne di peccato e, a motivo del peccato, ha condannato il peccato nella carne,

C.E.I.:

Romani 8:3

Infatti ciò che era impossibile alla legge, perché la carne la rendeva impotente, Dio lo ha reso possibile: mandando il proprio Figlio in una carne simile a quella del peccato e in vista del peccato, egli ha condannato il peccato nella carne,

Nuova Diodati:

Romani 8:3

Infatti ciò che era impossibile alla legge, in quanto era senza forza a motivo della carne, Dio, mandando il proprio Figlio in carne simile a quella del peccato e a motivo del peccato, ha condannato il peccato nella carne,

Riveduta 2020:

Romani 8:3

Poiché quello che era impossibile alla legge, perché la carne la rendeva debole, Dio lo ha fatto mandando il proprio Figlio in carne simile a carne di peccato e, a motivo del peccato, ha condannato il peccato nella carne,

La Parola è Vita:

Romani 8:3

Conoscere i comandamenti di Dio non ci libera dalla morsa del peccato, perché, in realtà, non li osserviamo, né possiamo osservarli; ma Dio ha attuato un piano differente per salvarci. Ha mandato il proprio Figlio, in un corpo umano del tutto simile al nostro. Gesù, dando se stesso in sacrificio per i nostri peccati, ha distrutto il dominio che il male aveva su di noi.

La Parola è Vita
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Riveduta:

Romani 8:3

Poiché quel che era impossibile alla legge, perché la carne la rendeva debole, Iddio l'ha fatto; mandando il suo proprio Figliuolo in carne simile a carne di peccato e a motivo del peccato, ha condannato il peccato nella carne,

Ricciotti:

Romani 8:3

Poichè quel che era impossibile alla legge in quanto era indebolita per via della carne, Dio, mandando suo Figlio in carne simile a quella del peccato, condannò il peccato nella carne,

Tintori:

Romani 8:3

Perchè ciò che era impossibile alla legge, resa impotente dalla carne, Dio l'ha fatto mandando il Figlio suo in una carne simile a quella del peccato: col peccato abolì il peccato nella carne,

Martini:

Romani 8:3

Imperocché quello, che far non poteva la legge, perché era inferma per ragion della carne: Dio avendo mandato il suo Figliuolo in carne simile a' quella del peccato, col peccato abolì nella carne il peccato,

Diodati:

Romani 8:3

Imperocchè (ciò che era impossibile alla legge in quanto che per la carne era senza forza), Iddio, avendo mandato il suo proprio Figliuolo, in forma simigliante alla carne del peccato, ed a motivo del peccato, ha condannato il peccato nella carne.

Commentario abbreviato:

Romani 8:3

Capitolo 8

La libertà dei credenti dalla condanna Rom 8:1-9

I loro privilegi di figli di Dio Rom 8:10-17

Le loro prospettive di speranza in mezzo alle tribolazioni Rom 8:18-25

L'assistenza dello Spirito nella preghiera Rom 8:26-27

Il loro interesse per l'amore di Dio Rom 8:28-31

Il loro trionfo finale, attraverso Cristo Rom 8:32-39

Versetti 1-9

I credenti possono essere castigati dal Signore, ma non saranno condannati con il mondo. La loro unione con Cristo attraverso la fede li mette al sicuro. Qual è il principio del loro cammino: la carne o lo Spirito, la vecchia o la nuova natura, la corruzione o la grazia? A quale di questi provvediamo, da quale siamo governati? La volontà non rinnovata non è in grado di osservare pienamente alcun comandamento. E la legge, oltre ai doveri esteriori, richiede un'obbedienza interiore. Dio ha mostrato di aborrire il peccato con le sofferenze di suo Figlio nella carne, affinché la persona del credente fosse perdonata e giustificata. In questo modo è stata data soddisfazione alla giustizia divina e si è aperta la via della salvezza per il peccatore. Per mezzo dello Spirito, la legge dell'amore è scritta sul cuore e, sebbene la giustizia della legge non sia adempiuta da noi, tuttavia, benedetto sia Dio, è adempiuta in noi; in tutti i veri credenti c'è ciò che risponde all'intenzione della legge. Il favore di Dio, il benessere dell'anima, le preoccupazioni dell'eternità sono le cose dello Spirito, a cui badano coloro che sono secondo lo Spirito. Da che parte si muovono i nostri pensieri con maggior piacere? Da che parte vanno i nostri piani e i nostri progetti? Siamo più saggi per il mondo o per le nostre anime? Quelli che vivono nel piacere sono morti, 1Tim 5:6. Un'anima santificata è un'anima viva, e questa vita è pace. La mente carnale non è solo nemica di Dio, ma è essa stessa inimica. L'uomo carnale può, per la potenza della grazia divina, essere reso soggetto alla legge di Dio, ma la mente carnale non può mai farlo; deve essere spezzata e scacciata. Possiamo conoscere il nostro vero stato e il nostro carattere chiedendo se abbiamo lo Spirito di Dio e di Cristo o no, Rom 8:9. Non siete nella carne, ma nello Spirito. Avere lo Spirito di Cristo significa avere una mentalità in qualche misura simile a quella che era in Cristo Gesù, e va dimostrato con una vita e un comportamento adeguati ai suoi precetti e ai suoi esempi.

Riferimenti incrociati:

Romani 8:3

Rom 3:20; 7:5-11; At 13:39; Ga 3:21; Eb 7:18,19; 10:1-10,14
Rom 8:32; Giov 3:14-17; Ga 4:4,5; 1G 4:10-14
Rom 9:3; Mar 15:27,28; Giov 9:24
2Co 5:21; Ga 3:13
Rom 6:6; 1P 2:24; 4:1,2

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